La schiavitù nel ventunesimo secolo: l’influenza dei cellulari. Seconda parte

L’importanza di saper ascoltare. Arte primaria e fondamentale della comunicazione. Quante volte ci è stato ricordato questo valore?
Al giorno d’oggi le fonti e le complessità del linguaggio si sono moltiplicate, si sono estese oltre ogni campo immaginabile. Siamo abituati a vivere circondati dal rumore, cresciuti cercando conforto nella melodia di una canzone. Abbiamo basato la nostra intera esistenza sulle parole e spesso non siamo davvero in grado di coglierne il significato. Forse il problema è che siamo stati da sempre abituati a dare per scontato ciò di cui disponiamo e di conseguenza la potenziale perdita di una funzione basilare, quale è l’udito, ci sembra un’ipotesi estremamente remota, o comunque derivata dall’anzianità.
Ma come reagiremmo se questo fosse effettivamente un rischio più probabile di quanto pensiamo?

L’utilizzo di cuffie e auricolari è ormai parte integrante della nostra vita. Può essere, infatti, responsabile di una parziale perdita uditiva, in particolare delle consonanti f, s, t, z. Ciò avviene quando il volume è tenuto a livelli eccessivamente alti e questi strumenti vengono impiegati in modo sconsiderato per lassi di tempo prolungati. Lo stesso avviene nel momento in cui ci si trova costretti a rimanere al telefono per molte ore al giorno e il nostro orecchio rimane esposto direttamente ad una rilevante dose di radiazioni.
È possibile però far fronte a queste possibilità. In primo luogo sarebbe preferibile acquistare cuffie e auricolari di alta qualità; ciò implica un aumento di prezzo, però si tratta non solo di un investimento vantaggioso in termini di prestazione dei dispositivi, ma soprattutto in prevenzione nel campo della salute.
È inoltre consigliato, durante le telefonate, prediligere chiamate brevi e intervallate tra loro, se possibile, tenendo il cellulare lontano dall’apparato uditivo utilizzando la funzione del vivavoce oppure munendosi di un paio di auricolari Bluetooth. Essi infatti, al contrario di come molti pensano, non sono affatto pericolosi e nocivi alla salute; sono anzi una soluzione ideale per evitare di telefonare mantenendo per minuti, se non ore, lo smartphone a contatto con la testa