Una studentessa giapponese al Gadda Rosselli: la nostra esperienza

Il 10 giugno Suzu, la studentessa giapponese che il nostro istituto ha avuto il piacere di ospitare, ha concluso la sua esperienza ed è tornata a casa. All’arrivo a Tokio Suzu è stata isolata per tre giorni in un hotel e ora completerà la quarantena in casa con la sua famiglia, che non vedeva da settembre.

Alcune sue compagne di 1ALLE hanno inviato queste riflessioni.

Quando ci è stato detto che avremmo avuto un nuovo compagno o compagna di classe, eravamo emozionate e non vedevamo l’ora di conoscerlo, soprattutto quando ci hanno detto che veniva dal Giappone. Suzu è arrivata a scuola all’inizio di ottobre. Dovevamo parlare prevalentemente in inglese per farci capire; alcune prof ci chiedevano di tradurre quello che loro cercavano di dirle. Ci siamo subito trovate bene con lei. Alcune di noi hanno avuto modo di legare di più, altre un po’ meno, ma siamo andate tutte d’accordo e siamo state bene insieme. Col passare dell’anno, il suo italiano è migliorato moltissimo. Non lo parla ancora perfettamente, ma ha fatto molti progressi e riesce tranquillamente a comunicare e a seguire le lezioni. Ci è piaciuto un sacco averla qui con noi quest’anno, anche se per lei è stato sicuramente difficile con la pandemia in corso. Solo negli ultimi giorni è riuscita ad andare a Venezia e in Liguria, mentre prima era stata a Milano. Con lei abbiamo avuto la possibilità di praticare l’inglese (perlopiù all’inizio dell’anno), di scoprire una nuova cultura e di avere un’amica in più. Ma, purtroppo, l’anno è trascorso velocemente e Suzu è tornata a casa e abbiamo dovuto dirle addio. Sicuramente ci terremo in contatto tramite email o WhatsApp, ma continueremo comunque a sperare che un giorno torni qui in Italia… O che noi andremo in Giappone, perché no.

E visto che avevamo una ragazza giapponese in classe… Perché non farci raccontare qualcosa sul suo Paese? Ci ha detto molte cose, ma ci ha parlato soprattutto di come funziona la scuola in Giappone. Ci ha detto che inizia ad Aprile e che finisce a Marzo, che ci sono alcuni periodi di vacanza durante l’anno e che la pausa estiva è ad agosto. Non hanno interrogazioni ma solo verifiche concentrate in una parte dell’anno. A scuola ci sono dei club a cui partecipano nel pomeriggio, club di tipo scientifico, musicale, sportivo… c’è persino una piscina! In alcune scuole l’uniforme è obbligatoria (però le ragazze possono scegliere tra gonna e pantaloni) e nell’edificio scolastico si usano scarpe diverse da quelle che si usano all’esterno. Per lei non è stato un problema tenere la mascherina perché in Giappone viene messa sempre durante tutto il periodo invernale, per evitare l’influenza.

È stata per tutte noi una bella esperienza, istruttiva, ma anche piacevole e spesso divertente, infatti ci è piaciuta così tanto che vorremmo ripeterla con altri studenti di altre nazionalità.

Se qualche famiglia fosse interessata ad ospitare uno studente straniero contatti la professoressa Anna Ferrario.